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L’enigma Ias: futuro legato alla pronuncia del tribunale di Roma sulla disapplicazione del decreto Urso/Pichetto Fratin

L'enigma Ias: futuro legato alla pronuncia del tribunale di Roma sulla disapplicazione del decreto Urso/Pichetto Fratin

Per Salvo Baio l’audizione in commissione Ambiente all’Ars di mercoledì 9 ottobre “non produrrà alcun risultato concreto”

Il futuro dell’Ias vivrà la prossima settimana un momento cruciale con la pronuncia del tribunale di Roma sulla  legittimità della disapplicazione del decreto Urso/Pichetto Fratin da parte del giudice Palmieri.

Vi proponiamo sul tema l’analisi di Salvo Baio:

“L’audizione promossa dalle commissioni Ambiente e Attività produttive dell’Ars per discutere il destino del depuratore Ias e più in generale del petrolchimico non produrrà alcun risultato concreto e si risolverà in un nulla di fatto, al massimo in un generico impegno a trovare un altro posto di lavoro ai dipendenti Ias.

Naturalmente mi auguro di sbagliarmi, ma se si tiene conto delle posizioni espresse dal sindaco di Melilli, Carta (che è anche presidente della commissione Ambiente) del deputato del M5S Scerra, delle non posizioni degli altri deputati regionali eletti a Siracusa e della decisione degli industriali di dotare i propri stabilimenti di autonomi depuratori, se si tiene conto di tutto questo la partita è  finita prima ancora di cominciare.

Per non parlare della posizione della Regione Siciliana che, analogamente alla definizione che Churchill dava della Russia,  è un rebus avvolto in un mistero che sta dentro ad un enigma.

Il presidente Schifani a febbraio di quest’anno, in attuazione del decreto di bilanciamento del ministro Urso (Imprese) e Pichetto Fratin (Ambiente),  nomina con apposito decreto l’ingegnere Giovanna Picone col compito di coordinare le attività finalizzate al finanziamento, progettazione e realizzazione delle opere necessarie a risanare il depuratore Ias.

Senonché, a fine luglio, il Gip Palmieri disapplica il predetto decreto perché lo ritiene non idoneo a garantire il bilanciamento degli interessi in gioco (produzione, lavoro, ambiente).

Tra parentesi va notato che l’ingegnere Picone da quando viene nominata (24 febbraio) alla disapplicazione del decreto Urso/Pichetto Fratin (31 luglio) non dà notizia di sé, mentre il presidente Schifani fa marcia indietro, ritenendo che “caduto” il citato decreto interministeriale per decisione del magistrato siracusano  “cade” anche il proprio decreto e con esso l’obbligo di mettere a norma l’Ias.

Simul stabunt, simul cadent, dicevano i Latini (insieme staranno, insieme cadranno).  Ragionamento di dubbia validità giuridica  per la semplicissima ragione che l’obbligo della Regione di risanare il depuratore non viene in ogni caso meno, essendo la proprietaria dell’impianto.

Fatto sta che il presidente Schifani si ritiene esonerato dall’intervenire anche alla luce della decisione degli industriali di abbandonare  al suo destino il depuratore.

In questo quadro, cosa ci si può aspettare dall’audizione di mercoledì prossimo?  Nulla, secondo me.

Va ricordato che dal 7 ottobre prossimo il Tribunale di Roma è chiamato a pronunciarsi sulla legittimità della disapplicazione del decreto Urso/Pichetto Fratin da parte del giudice Palmieri.

Se la disapplicazione verrà ritenuta legittima, il Governo dovrà emettere un nuovo decreto di bilanciamento con limiti più rigorosi.

Se verrà ritenuta illegittima, ritorna in vita il decreto Urso/Fratin Pichetto e conseguentemente l’obbligo della Regione di ristrutturare il depuratore”.

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