Deoputazione della Cappella di Santa Lucia e il Santuario di Santa Lucia al Sepolcro ritengono inopportuna la scelta dell’immagine della Santa Patrona con il volto sostituito
E’ polemica rovente sulla campagna di affissioni dell’iniziativa di riqualificazione urbana e sociale MetaBorgata che ha utilizzato l’immagine di Santa Lucia ma con i volti di donne di diverse etnie.
Oltre alla disputa sui social, tra pro e contro a questa scelta interviene anche la Deoputazione della Cappella di Santa Lucia e il Santuario di Santa Lucia al Sepolcro.
“Riteniamo – dichiarano – sia stata inopportuna la scelta di proporre un’immagine della Santa Patrona con il volto sostituito.
Nel rispetto dell’iniziativa, che siamo convinti voleva essere una provocazione non contro la martire siracusana, utilizzare un’immagine riconoscibile di Santa Lucia cambiando il volto – si legge nella nota – non rispetta il sentimento di tanti cittadini che si sono sentiti offesi e turba il sentimento devozionale di tanti siracusani.
Se uno degli obiettivi di MetaBorgata è fare comunità – viene spiegato -sicuramente in questo caso si è persa un’occasione: non sono in discussione le motivazioni ma sicuramente nella realizzazione è evidente il mancato rispetto nei confronti di tanti devoti che alla vigilia della festa si sono sentiti smarriti di fronte all’immagine della loro patrona impropriamente utilizzata”.
Pronta la replica di Viviana Cannizzo, coordinatrice del progetto MetaBorgata per Rifiuti Zero Siracusa: “Abbiamo usato l’idea del miracolo come strategia umana e non divina per risolvere i problemi.
La Borgata siamo noi, italiani, nigeriani, bangladesi o maghrebini, noi che abitiamo e viviamo questo quartiere e di questo quartiere vogliamo prenderci cura.
Siamo consapevoli – aggiunge – che ogni campagna di comunicazione può suscitare reazioni contrapposte, tutto si può dire tranne che venga mancato il rispetto alla nostra santa che ha solo consentito, come la religione cristiana ci insegna, l’incarnazione del divino nell’umano, lanciando un messaggio di speranza per questa città bellissima e troppo bistrattata dai propri concittadini.
Si chiama educazione civica, e immaginiamo che la nostra santache in molti invocano – conclude Cannizzo – ne sia paladina”.
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