L’esponente del governo replica all’inchiesta del Wall Street Journal e riferisce che tra le soluzioni sul tavolo, per assicurare l’operatività della raffineria, c’è anche quello della Sace
“L’Isab Lukoil non è soggetta al regime sanzionatorio e non ha violato le sanzioni predisposte dall’Ue e condivise dall’Italia”.
A dirlo è il ministro delle Imprese Adolfo Urso che così replica all‘inchiesta del Wall Street Journal che indica nella raffineria di Priolo, una delle scappatoie per aggirare l’embargo Usa sul petrolio russo dopo l’invasione dell’Ucraina.
Secondo il quotidiano americano le sanzioni americane prevedono una esclusione per il greggio “sostanzialmente trasformato in prodotto fatto all’estero”.
“Una volta trasformato nella raffineria di Priolo, la seconda più grande d’Italia e la quinta in Europa – sostiene Wsj – il petrolio russo diventa prodotto italiano e sbarca negli impianti della Exxon in Texas o in New Jersey in quelli della Lukoil”.
La conseguenza di un eventuale stop, per mancanza di materia prima, la chiusura della raffineria Lukoil con la perdita di circa 1000 posti di lavoro diretti oltre ai circa 2.00′ dell’indotto.
Ma a rischio è l’intera area industriale compresa tra Priolo, Augusta e Mellili, con la possibile perdita deell’occupazione per circa 10.000 persone.
Ecco perché ieri in difesa della Isab, sono intervenuti sia il presidente di Confindustria Diego Bivona che il sindacato, escludendo qualsiasi elusione delle sanzioni.
Il ministro Urso, inoltre, riferisce che sulla questione si lavora ogni giorno per garantire la continuità delle attività produttive.
Tra le soluzioni sul tavolo c’è anche quello della Sace, che potrebbe dare le garanzie finora negate dalle banche necessarie a Isab per continuare l’attività.
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