Tra le antiche torri di avvistamento che si stagliano lungo il litorale siracusano una delle meglio conservate è sicuramente quella presente all’interno dell’ex feudo di Milocca. Il toponimo Milocca è di origine araba, Corrado Avolio (Saggio di toponomastica siciliana, 1899) lo fa derivare dalla parola Maluk che significa “frutteto di ciliegi”, tuttavia sembra verosimile che il toponimo possa derivare dalla parola Mahlug che vuol dire “pastoso, midolloso” e ciò in riferimento al tipo di terra presente nella zona.
Il primo proprietario di cui abbiamo notizia è Antonio de Mulocta che risulta iscritto nel ruolo dei feudatari di re Federico del 1335. Da due documenti, contenuti nel “Libro dei privilegi” della città di Siracusa, sappiamo che già a quel tempo esisteva a Milocca una torre o “fanum” a cui il proprietario del feudo era obbligato ad assicurare un costante servizio di guardia detto “excubias”. (G. Agnello, Le torri costiere di Siracusa nella lotta anticorsara, in “Archivio Storico Siracusano”, 1971)
Nel 1408 il feudo risulta in potere di Troisio de Montealto (Montalto) la cui famiglia, pervenuta in Sicilia al servizio di re Giacomo d’Aragona, era entrata in possesso della baronia e “terra” di Buccheri nella prima metà del ‘300. Tra il 1462 e il 1477 Giovanni Montalto, che ricopri le maggiori cariche pubbliche della città di Siracusa, dietro appositi privilegi sovrani, eresse una nuova e più solida torre di guardia.
Da un disegno di Tiburzio Spannocchi, che nel 1578 fu incaricato di fare una ricognizione completa delle opere di difesa siciliane, si presuppone che esistessero “quattro torri cilindriche attorno alla torre centrale, disposte in posizione avanzata e collegate con un muro di sbarramento come difesa, mentre la torre appariva cinta da un fossato”. (L. Dufour, Siracusa. Città e fortificazioni, 1987)
La torre Quattrocentesca fu rasa al suolo dal terremoto del 1693 e riedificata, come si evince da una lapide presente sul lato Est della torre, sulle basi della precedente, da Giuseppe Montalto nel 1697.
La torre si erge su tre piani calpestabili, più il piano terrazzato cinto da una bella merlatura, delimitata da quattro pinnacoli piramidali. Il possente edificio fu illeggiadrito da quattro balconi ruotanti su tutti i lati della costruzione e da un grande stemma dei Montalto posto nella facciata Ovest della torre. La sopraelevazione dell’ingresso, rispetto al piano della dimora padronale raggiungibile soltanto mediante un ponticello posto a circa quattro metri dal suolo, e pesanti grate in ferro, poste alle finestre dei piani bassi, assicuravano l’imprendibilità della torre. Nell’angolo di sud ovest un pozzo garantiva il rifornimento idrico dell’immobile.
I Montalto tennero il feudo di Milocca per oltre quattro secoli finché Antonio Montalto, non generando prole trasferì, alla fine del ‘700, la proprietà dei suoi immensi possedimenti ai cugini Grimaldi. I marchesi di Torresena tennero Milocca fino al 1885 quando subentrarono i Corvaja che cercarono, con un certo successo, di diffondere moderne tecniche di conduzione agraria.
Perduto ormai il suo carattere prettamente difensivo, la torre divenne progressivamente il centro di aggregazione di diverse costruzioni finendo per essere integrata all’interno di una corte rurale. Oggetto di diversi rimaneggiamenti contemporanei, negli anni ’70 i solai del secondo piano e quelli di copertura della torre furono sostituiti con solai in cemento.
Ancora oggi le terre di Milocca, con i naturali rimaneggiamenti territoriali intercorsi nel tempo, sono di proprietà della famiglia Corvaja che ne ha ben restaurato il grande complesso edilizio e l’antica torre, sottoposta a tutela dal 1999.
di Marco Monterosso
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