Ritenuti responsabili in concorso di una sorta di traffico di cappelle e loculi per “trarne un profitto di oltre 60.000 euro”
Il direttore del cimitero di Siracusa e un operaio edile agli arresti domiciliari poiché ritenuti responsabili, in concorso fra di loro, di induzione indebita, abuso d’ufficio, falsità documentale e sottrazione di cadavere “al fine di trarre un ingiusto profitto quantificato in oltre 60.000 euro”.
La Polizia di Stato, questa mattina, ha dato esecuzione all’Ordinanza di Custodia Cautelare del gip del Tribunale di Siracusa, su richiesta della Procura della Repubblica.
La vicenda trae origine dalla denuncia sporta da una delle vittime che, vive ormai lontana e rientrata a Siracusa durante le festività natalizie del 2019/2020.
Quest’ultima si era accorta che la cappella di famiglia del cimitero comunale, in cui erano state tumulate le salme dei propri parenti, era occupata da altri defunti.
Le indagini della locale Squadra Mobile avrebbero portato alla luce “un sistema consolidato tale per cui il direttore e l’operaio edile, abusando della funzione svolta, inducevano i privati, spinti dal bisogno e dall’urgenza di dare sepoltura ai loro cari, a versare somme di denaro allo scopo di eludere le “lungaggini” delle procedure di evidenza
pubblica, finalizzate all’assegnazione legale dei loculi e delle cappelle”.
La presenza costante degli indagati all’interno del cimitero, secondo l’accusa, consentiva loro di “intercettare” le difficoltà dei privati, informandoli della possibilità di poter avere presto l’assegnazione di un posto per i loro defunti, aggirando le procedure di evidenza pubblica.
I due, sempre seoncod l’accusa, intascavano il denaro necessario all’assegnazione dei posti rilasciando ai privati falsi
titoli concessori.
Inoltre, sfruttando illegalmente gli strumenti giuridici della “decadenza” del possesso dei loculi in stato di abbandono, avrebbero estumulato, in concorso con altri quattro impiegati comunali, i cadaveri per fare posto ai nuovi defunti, a fronte di esosi pagamenti da parte dei familiari.
In una prima fase dell’indagine, era stata ipotizzata la possibilità che i “nuovi assegnatari” fossero stati truffati dagli indagati.
Così non sarebbe stato e pertanto anche i beneficiari sono risultati destinatari di avviso di conclusione indagini.
Da qui i provvedimenti restrittivi e il sequestro preventivo di 60.000 euro eseguiti stamattina dal personale della Squadra Mobile della Questura di Siracusa che ha rinvenuto e sequestrato agli indagati oltre 35.000 euro in contanti.
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