Le accuse sono associazione mafiosa, porto e detenzione di armi clandestine e ricettazione
Operazione antimafia a Belmonte Mezzagno, in provincia di Palermo, dove i carabinieri del Nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale hanno dato esecuzione a nove provvedimenti emessi dal gip, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.
Le accuse sono associazione mafiosa, porto e detenzione di armi clandestine e ricettazione. Nel corso dell’indagine, sono stati ricostruiti i movimenti della “famiglia” belmontese inserita nel mandamento mafioso di Misilmeri-Belmonte Mezzagno.
Nel corso dell’operazione, denominata “Limes”, è emersa la figura di Agostino Giocondo che secondo gli investigatori avrebbe coordinato l’attività nei settori “tipici” di controllo di Cosa nostra, curando il mantenimento dell’ordine pubblico sul territorio e adoperandosi, per la risoluzione di controversie tra privati, sostituendosi allo Stato.
In particolare si sarebbe attivato anche per il sostentamento dei detenuti della famiglia di Belmonte e per la restituzione della refurtiva rubata ad un commerciante, anche lui organico alla famiglia mafiosa e arrestato oggi, con il quale avrebbe impedito di lavorare ad aziende concorrenti.
Nel corso dei controlli sono state rinvenute due armi: un fucile da caccia marca Winchester calibro 12 con matricola parzialmente punzonata e un revolver calibro 38 special Smith & Wesson con matricola abrasa. Sarebbe proprio Agostino Giocondo il custode dell’arsenale della famiglia di Belmonte.
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