I Beneventano emergono tra gli atti dei processi d’investitura feudali nel 1591, quando Matteo acquista, ad un’asta giudiziale, il feudo Bosco di Alfano (o di Schifano) in territorio di Lentini, già posseduto dalla famiglia Falcone
Questi sposò Vincenza Bonfiglio da cui ebbe Vincenzo, che ereditò i beni paterni, e Giuseppe che nel 1652 entrò in potere del feudo della Corte, proveniente dai Bonfiglio.
Nella prima metà del Settecento, dopo essere entrati in potere della baronia di Monteclimato con i feudi Diddino, Frescura e Belfronte, i baroni del Bosco spostano i loro interessi nel territorio siracusano.
Nel 1736 infatti Vincenzo Beneventano, che aveva già stipulato un contratto di concessione enfiteutica con Eleonora Barresi Ibarra, prende investitura anche di quella grande baronia. (Arch. di Stato di Palermo, Protonotaro della Camera Reginale, Repertorio dei processi d’investitura, nr 125, 2022)
Nella seconda metà del Settecento i Beneventano, che sono oramai tra le famiglie siracusane più facoltose, investono cospicui capitali nella bonifica delle loro terre che fino ad allora erano state destinate al poco redditizio allevamento ovi-caprino.
Livellano e spietrano terreni, impiantano uliveti, mandorleti e carrubeti, realizzano pozzi e cisterne e dotano le loro terre di imponenti masserie come quella che ancora oggi appare superstite nel feudo dei Monti Climiti.
Nel 1778, come segno di un potere economico oramai consolidato, acquistarono dal duca di Floridia uno dei più bei palazzi di Siracusa, posto proprio di fronte il Senato cittadino e a pochi passi dalla Cattedrale, ma ancora parzialmente danneggiato dal sisma del 1693.
L’edificio di origine quattrocentesca, fatto costruire dagli Arezzo, nel corso dei secoli aveva già ospitato la Camera Reginale, il Senato e la Commenda Borgia dell’ordine dei Cavalieri di Malta.
L’anno successivo l’acquisto i lavori di ristrutturazione del palazzo, che dureranno almeno un decennio, furono affidati al caput magister Luciano Alì uno dei più importanti architetti del suo tempo.
Nel 1788 il grande organismo architettonico appare terminato cosicché gli artisti palermitani Gregorio Lombardo ed Ermenegildo Fontana procedono alla realizzazione degli stucchi e dei cicli pittorici che impreziosiscono il piano nobile.
Inizia anche “una vasta opera di arredamento con la cospicua commissione di cristalli e ninfe di Venezia eseguita dal fornitore maltese Gaetano Cecuti”. (R. Cedrini – G. Tortorici Montaperto, Abitare il Settecento, Catalogo della mostra tenutasi a Siracusa dal 14 al 20 dicembre 1999)
“La bella facciata del palazzo si divide in tre ordini i cui lati sono delimitati da pilastri a gradoni. Il portale d’ingresso è di forma arcuata e si presenta inquadrato da quattro colonne, due per ogni lato, in stile corinzio, il tutto sorregge un balcone riccamente lavorato.
Ai lati del portale principale vi sono sei portoni più piccoli tutti arcuati, divisi tre per ogni lato e sopra di essi vi sono altrettanti balconcini cinti da inferriate bombate in ferro battuto”.
Nonostante la magnificenza del prospetto principale il genio dell’Alì si apprezza all’interno dove, “attraverso un vestibolo dalla volta decorata, si accede al primo cortile. L’effetto di profondità è maggiormente aumentato dalla sapiente distribuzione delle proporzioni dello scalone centrale e dei due fornici laterali che aumentano l’effetto scenografico e volumetrico. In alto, severi mori, muti guardiani, scrutano i visitatori.
La pavimentazione del cortile è un esempio unico in Ortigia: un bellissimo acciottolato bianco e nero disegna per terra un fantasioso tappeto di pietra”.
“I due piccoli vestiboli che fiancheggiano lo scalone centrale immettono nel secondo cortile nel quale spiccano la fontanella pensile figurata con mascheroni e la balaustra fiorita traforata del terrazzino. All’interno si apprezza per l’eleganza e la sobrietà la cappella con il pavimento in ceramica policroma”. (Palazzo Beneventano del Bosco, sito istituzionale del Comune di Siracusa)
Nel 1806, dopo aver già ospitato nel 1798 l’ammiraglio Nelson, ormeggiato con la sua flotta a Siracusa, palazzo Beneventano ospitò pure re Ferdinando di Borbone che, dal balcone di quel palazzo, assistette ad una commedia teatrale messa in scena per lui dai siracusani. Ancora oggi una lapide commemorativa, posta sotto quello stesso balcone, ricorda la visita:
FERDINANDO III UTRUSQUE SICILIAE
REGI CLEMENTISSIMO QUI
SYRACUSANORUM PORTUS ET MOENIA LUSTRANDO
HANC AEDEM ADIUIT HONESTAVIT BEAVIT
FRANCISCUS BENEVENTANO
IN GRATI ANIMI PIGNUS
ET ACCEPTE HONORIS MEMORIAM
POSVIT DIE XXVIII APRILIS ANO MDCCCVI
Nel 1944 l’ala sinistra dell’edificio fu gravemente danneggiata da un bombardamento degli anglo-americani. Ancora oggi il palazzo appartiene alla famiglia Beneventano del Bosco.
Foto tratte da Wikipedia.org
1: pjt56
2 e 4: Giovanni Dall’Orto
3: Clemensfranz
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