“Il parcheggio doveva essere stralciato dal progetto di riqualificazione di via Tisia e formare oggetto di altro intervento”
“Respingiamo al mittente tali affermazioni calunniose per le quali stiamo valutando se il consorzio dovrà rispondere nelle sedi opportune”.
Questa la reazione dei consiglieri comunali Ivan Scimonelli e Ferdinando Messina, chiamati in causa dal Cenaco per la vicenda della chiusura del parcheggio di via Damone.
“I sottoscritti – scrivono – svolgono il proprio ruolo di consiglieri comunali richiedendo il totale rispetto della legalità e non certo per una ‘lotta di potere volta a minare l’amministrazione comunale’ così come affermato dal Cenaco.
Proprio per tale principio – proseguono -abbiamo rilevato il mancato rispetto delle norme del Piano Regolatore Generale ribadite nelle prescrizioni formulate dalla commissione edilizia sin dal 2010 che prevedevano lo stralcio del parcheggio dal progetto e la non realizzazione dello spartitraffico in via Tisia.
In pratica – spiegano i due consiglieri – destinando l’area di cui si parla a parcheggio, sono state alterati e modificati tutti i parametri con i quali vengono dimensionate le zone a servizio nel Prg, diminuendo così le aree destinate a parco, gioco e sport, in una zona priva di tale servizi.
In pratica – aggiungono – si tratta di un opera abusiva per la cui realizzazione sono stati spesi soldi della collettività che non potevano essere destinati a tale scopo, difatti il parcheggio doveva essere stralciato dal progetto di riqualificazione di via Tisia e formare oggetto di altro intervento (per il quale doveva essere richiesta la preliminare variante urbanistica) e di distinto appalto.
E’ avvenuto il contrario – accusano – in questo caso sì a scapito del bene comune e solo per favorire un consorzio che persegue unicamente utilità di natura economica.
Il comportamento dell’Amministrazione – denunciano infine Scimonelli e Messina – è in totale dispregio delle norme urbanistiche che per la stessa amministrazione rappresentano solo un inutile orpello così come è avvenuto anche per altre opere (vedi ponte ciclopedonale non previsto sia nel Prg e sia nel Piano Particolareggiato di Ortigia e Palaindoor) con la scusa che trattasi di opere pubbliche”.
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