La reazione alle dichiarazioni rese dopo elezione del presidente del consiglio comunale di Siracusa
“Pd siracusano confuso, senza linea politica e di condotta”: l’attacco impietoso di Salvo Baio, storico esponente della Sinistra, al Partito Democratico dopo le dichiarazioni post elezione del presidente del consiglio comunale di Siracusa.
Di seguito il testo del suo intervento:
“Ha ragione Michelengelo Giansiracusa a dire che l’eventuale elezione di uno dei consiglieri del Pd alla carica di presidente del Consiglio comunale non avrebbe dato alla coalizione che ha vinto le elezioni il pedigree di progressisti.
Dal mio punto di vista, se il Pd si fosse in qualche modo alleato in cambio di qualcosa con la coalizione assemblata dal sindaco Italia (composta da Azione, Mpa, transfughi di Forza Italia e di Fratelli d’Italia) avrebbe perso la faccia.
Stando alle cose dette da Giansiracusa, sembra che ci sia stata una “trattativa” tra rappresentanti del Pd e dell’Amministrazione Italia per il vertice del Consiglio comunale.
Non posso credere che chi ha trattato per conto del Partito democratico pensasse seriamente che la presidenza del Consiglio comunale potesse essergli riconosciuta, essendo arcinoto l’ accordo per attribuirla all’Mpa (altrimenti perchè quest’ultimo avrebbe abbandonato il centrodestra per allearsi con Italia?).
Dunque la trattativa o era velleitaria o era dimostrativa. In ogni caso era sbagliata, incomprensibile e in contraddizione con la campagna elettorale condotta dalla coalizione democratica e progressista e con i deliberati (ammesso che contino ancora qualcosa) della direzione del Pd, che in tutti i passaggi ha ribadito la scelta di stare all’opposizione.
E quando un partito sta all’opposizione non tratta per ottenere incarichi, scoprendo la virata a destra del sindaco solo dopo che non ha ottenuto quello che chiedeva e additando, a presidenza negata, come motivo principale della presa di distanza dall’Amministrazione Italia l’appoggio di Mpa alla Giunta Schifani.
Cadono le braccia. Spiace dirlo, ma il Pd siracusano è in confusione, non ha una linea politica e neanche una linea di condotta. La sua incertezza ricorda il paradosso dell’asino di Buridano.
Il Pd non può andare avanti così con una parte del partito (i vari Spada, i vari Gentile, i vari Amenta) che spingono per un’alleanza con Francesco Italia e i suoi alleati e con l’altra parte, fatta eccezione per Bruno Marziano, che sta a mezz’aria.
Un partito che galleggia sulle proprie contraddizioni e non da’ vita al proprio interno ad una discussione serrata sulla linea politica da seguire è destinato alla consunzione.
Il Pd non può recitare più parti: o sta al governo o sta all’opposizione. Non c’è una terza opzione, a meno che non voglia stare al guinzaglio di Francesco Italia come fa il deputato Spada, il quale però una linea (la costruzione di un rassemblement neocentrista) ce l’ha.
A lui e ai suoi seguaci non importa se essa implica lo snaturamento del Pd.
Un partito che in città è appena sopra il 6 per cento o si definisce in base al ruolo che vuole svolgere – che nel contesto siracusano non può che essere di opposizione – oppure resterà in balìa delle proprie convulsioni interne”.
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