Il progetto prevede la riqualificazione dei fabbricati esistenti nel lotto costiero di Traversa S.Agostino per farne abitazioni civili
Elemata ha ottenuto dal settore Urbanistica del Comune di Siracusa il permesso di costruire per i lavori di riqualificazione di un lotto costiero di Punta della Mola, Traversa S. Agostino.
Il progetto, non più di un resort, ma di abitazioni private, prevede il restauro e il consolidamento dei fabbricati esistenti
I lavori dovranno iniziare entro 12 mesi dal rilascio del permesso e dovranno essere ultimati entro tre anni dal loro inizio.
All’interno del documento viene fatto riferimento al parere positivo della Soprintendenza di Siracusa rilasciato a condizioni ben precise.
Infatti: “tutti gli interventi che interessano i fabbricati esistenti siano effettuati – nel rispetto dei materiali, forme e cromie dell’esistente; tutti i percorsi interni alle aree in oggetto siano mantenuti a fondo naturale, sempre nel rispetto della vegetazione autoctona; il manto di copertura dei fabbricati sia realizzato con tegole curve di riuso, tipo coppo siciliano a doppio strato; gli eventuali incrementi alla vegetazione esistente siano effettuati con essenze già presenti sull’area”.
I lavori di riqualificazione con restauro e consolidamento dei fabbricati esistenti comprendono: “la sistemazione dell’area esterna, mediante ripristino dei percorsi pedonali esistenti, recupero delle scale in cemento ciclopico, delimitazioni su tutti i sentieri mediante legno di castagno alto cm. 86, recupero della zona di pertinenza dei fabbricati mediante la rimozione della vegetazione infestante e la ricomposizione della terra battuta”.
Previsto anche il consolidamento e la messa in sicurezza dei presidi bellici esistenti, costituiti da ipogei e strutture di artiglieria bellica, oltre al recupero funzionale dei presidi archeologici militari (n° 3 piattaforme circolari e n° 1
bunker), senza alterare la configurazione originaria dei luoghi.
Per la realizzazione di impianti tecnologici al fine di rendere conformi alle normative vigenti e alle norme igienico sanitari i fabbricati da recuperare, la rete di infrastrutture impiantistiche dovranno essere installate interamente fuori terra, senza alterare la morfologia del sito, in ottemperanza al livello di tutela del vincolo archeologico esistente.
La vicenda ha infuocato il dibattito tra le associazioni ambientaliste e il titolare di Elemata, Emanuele Di Gresy.
Le prime hanno dato battaglia rivolgendosi alle autorità amministrative per fermare la realizzazione del resort.
Mentre Di Gresy ha sempre mantenuto la propria posizione:”Nessuna speculazione – ha sempre detto – nessun diritto violato, nessuna volontà di abbruttire quello che natura e storia hanno regalato a questa terra meravigliosa, solo valorizzazione intelligente e compatibile”.
Manca però ancora un tassello per chiudere la vicenda: è il ricorso che Legambiente, appoggiata da Natura Sicula, ha presentato al Cga, dopo che il Tar lo aveva rigettato perché tardivo.
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