La provincia aretusea risulta dietro a tutte le altre in Sicilia
La provincia di Siracusa al 104° posto sul totale di 107 nella graduatoria sulla Qualità delle vita stilata da Il sole 24 ore e giunta alla 35ma edizione.
Ragusa è 81ma, Catania 83ma, Trapani 85ma, Messina è 91ma, Agrigento 96ma, Enna 97ma, Caltanissetta 98ma e Palermo 100ma
“Occupiamo – dichiara il presidente dell’Osservatorio Civico Salvo Sorbello – uno degli ultimi posti della graduatoria: siamo infatti 104mi, senza migliorare la già pessima posizione dello scorso anno, lontanissimi da risultati accettabili”.
La graduatoria stilata da Il Sole 24 Ore – prosegue – è probabilmente la più attendibile: si basa su ben 90 indicatori statistici (misurazioni oggettive certificate da fonti autorevoli).
“Ci chiediamo, continuando a tenerci fuori come Osservatorio Civico da ogni polemica partitica -prosegue Sorbello -cosa si attenda ancora per prendere seriamente in esame e risolvere le fragilità del nostro territorio, colmare le lacune, accendere i riflettori sulle cose che non vanno e che potrebbero essere migliorate”.
La provincia aretusea occupa il 103mo posto per Ricchezza e consumi (al 105mo per depositi bancari delle famiglie consumatrici, al penultimo posto per pagamento delle fatture commerciali ai fornitori entro la scadenza), è al terzultimo posto anche nella graduatoria Affari e lavoro (ultimi in Italia per imprese in fallimento), 77mi per
demografia ma 104mi per speranza di vita alla nascita e 105mi per mortalità evitabile, mentre abbiamo il primato italiano per età media al parto: 31 anni.
Per Ambiente e servizi siamo collocati al 104mo , per Giustizia e sicurezza al 73mo, per Cultura e tempo liberi al 91mo, per Qualità della vita delle donne al 98mo (per speranza di vita delle donne siamo 105mo posto in Italia).
Siracusa – conclude Sorbello – non può continuare a vivere sulle spalle del suo passato glorioso; fino a qualche decennio fa era invidiata in tutto il Meridione, è conosciuta in tutto il mondo e continua a farci sognare per quello che era.
Lo sforzo comune deve essere quello di sognare (da svegli) per il suo presente, al momento assai modesto, e per il suo futuro, speriamo meno incerto di quanto appaia ora”.
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