Ecco il piano previsto per i nosocomi della provincia a cominciare dal nuovo ospedale
L’Asp di Siracusa ha presentato la proposta di rimodulazione della rete ospedaliera provinciale, nel rispetto delle indicazioni e dei tempi dettati dall’Assessorato della Salute della Regione Siciliana e dal Tavolo Tecnico regionale.
Sul nuovo ospedale di Siracusa, progettato come Dea di II livello con 434 posti letto e nuove specialità come
le Chirurgie Toracica, Maxillo facciale, Plastica, Pediatrica, Neurochirurgia e Cardiochirurgia, viene chiesto
all’Assessorato di tenere in considerazione progettualità e refluenze già in questa rete ospedaliera, con
l’indicazione dell’attivazione delle nuove discipline non appena sarà disponibile la struttura e con la possibilità di
avviare in modo anticipato una fase sperimentale.
L’ospedale di Lentini manterrà la sua vocazione chirurgica con particolare attenzione alle specialità di
Chirurgia generale, Ortopedia e Traumatologia, potenziando i servizi con nuove tecnologie, tra cui una risonanza
magnetica e l’ammodernamento delle sale operatorie.
E’ prevista l’attivazione dell’Ospedale di Comunità con 20 posti letto e 2 posti letto in day hospital per la Talassemia.
L’ospedale Avola/Noto, nell’ottica di “Ospedali Riuniti”, vedrà il consolidamento del Dea di I livello con la piena attivazione di tutte le specialità già previste, con Avola quale struttura per acuti e Noto per la post acuzie e riabilitazione.
Per la piena funzionalità dei reparti e servizi allocati nel presidio di Noto, è stata proposta la creazione di 4 Uos a supporto dell’Area di Emergenza, quali Medicina, Chirurgia, Cardiologia e Rianimazione mentre è in corso con fondi Pnrr il potenziamento delle apparecchiature con nuove Tac e Rmn.
Noto avrà anche un Ospedale di Comunità con 20 posti letto e l’”Ospedale di giorno” per offrire trattamenti medici o chirurgici minori senza necessità di ricovero nonché un’Unità operativa sperimentale di Ortogeriatria per combinare Ortopedia e Geriatria e trattare pazienti anziani con fratture o patologie muscolo scheletriche.
Assieme al reparto di Riabilitazione r Lungodegenza da attivare e al potenziamento della Geriatria assicurerà un approccio multidisciplinare..
L’ospedale di Augusta, quale ospedale in zona ad alto rischio ambientale, manterrà i servizi esistenti con un focus su Medicina interna, Cardiologia, Pneumologia e Centro Amianto, per rispondere alle patologie legate all’inquinamento ambientale.
E’ previsto il potenziamento dei servizi per le malattie respiratorie, ematologiche e oncologiche con l’attivazione completa dei posti letto destinati a tali patologie.
Per l’Ospedale Umberto I di Siracusa e Rizza, considerando i limiti strutturali dell’edificio principale e l’avvenuta riqualificazione dell’ospedale Rizza, sono previsti interventi di ottimizzazione dei posti letto e di cure per le patologie tumorali, riportando il reparto di Oncologia da Avola e prevedendo il trasferimento dell’Unità operativa Ufa da Avola e dell’Oncoematologia da Augusta con l’assegnazione di due posti di DH.
Ad Augusta rimarrebbe l’Ematologia che assicura le stesse cure alla zona nord con gli 8 posti letto da attivare.
E’ prevista l’assegnazione di 2 posti di DH di Talassemia, 2 di Epatologia, 8 posti letto di Terapia semintensiva nel reparto di Medicina, 4 in Malattie infettive e 4 in Pneumologia ad invarianza di posti letto assegnati, nonché l’incremento dei posti letto di Lungodegenza da 8 a 16 al Rizza e l’istituzione dell’Unità operativa Antimicrobial Stewardship per contrastare il fenomeno dell’antibiotico resistenza e delle infezioni ospedaliere.
In tutto ciò si inserisce il potenziamento delle tecnologie sanitarie, tra cui nuove Tac, Risonanze magnetiche e la creazione di una sala ibrida per Radiologia interventistica nonché del sistema di telemedicina dal Tele Stroke, alla validazione degli emocomponenti a distanza, al potenziamento delle dimissioni protette dai reparti e del servizio di dimissione con teleassistenza da Pronto Soccorso per garantire la continuità assistenziale.
“Le modifiche proposte – conclude Caltagirone – sono mirate a garantire una sanità sempre più vicina alle persone, integrando le risorse ospedaliere con quelle territoriali, per una sanità più moderna, efficiente e sostenibile”.
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