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Riconversione del Polo industriale: lettera di Nicita ai ministri del governo Meloni

polo industriale

Sollecitato un incontro urgente per definire una strategia che ne garantisca il futuro

Un incontro urgente sulle gravi problematiche del polo industriale siracusano – già oggetto di numerose interrogazioni parlamentari – “per varare una strategia multidimensionale che ne garantisca il futuro in un quadro di
transizione energetica ed ecologica, sostenibilità ambientale, tutela della salute, rilancio dell’occupazione, riqualificazione dei lavoratori, bonifica e riconversione industriale”.

A chiederla, attraverso una lettera inviata ai ministri competenti è il senatore siracusano, Antonio Nicita.

“Senza un’azione immediata e decisa – scrive – si rischia di spegnere di qui ai prossimi quindici anni il Polo, senza
che sia avvenuto alcun rilancio occupazionale e di investimenti, senza che sia stata avviata una strategia di riqualificazione ambientale e di tutela della salute nei territori interessati.

Il quadro peggiore – ammonisce – è quello di una crisi industriale, occupazionale e ambientale senza precedenti
e senza soluzioni.

Dopo oltre un anno dalla visita del ministro Urso a Siracusa – ricorda Nicita – ci sono ancora molteplici incertezze di tipo giuridico ed economico, e soprattutto, l’assenza di investimenti pubblici strategici per il Polo.

Stupisce che il Pnrr – prosegue – anche nella settima nuova missione RePower EU, non preveda ad oggi investimenti strategici in transizione ecologica, riconversione e rilancio di grande respiro.

La riconversione del Polo – continua il senatore -si pone come strategica anche nel quadro di un piano nazionale per il clima e per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti.

La scala e la dimensione temporale degli investimenti sono tali da richiedere forti investimenti strategici, cooperazione pubblico-privato, confronto sinergico con i lavoratori. Eppure, ad oggi, manca una linea strategica complessiva.

Per questa ragione – chiaruisce – riteniamo necessario un confronto ampio e profondo che indichi nuovi percorsi
strategici di innovazione sostenibile e di rilancio occupazionale e individui, nel combinato disposto di Pnrr e Fsc, le risorse pubbliche da affiancare all’iniziativa privata, anche tenendo conto del ruolo propulsivo che può svolgere l’infrastrutturazione dell’Autorità di sistema portuale della Sicilia Orientale e che può avere proprio nel campo dell’energia sostenibile il suo punto focale.

La qualificazione dell’impianto Isab come asset strategico nazionale, l’opzione di intervenire con lo strumento dell’«amministrazione fiduciaria temporanea» da parte dello Stato, sulla scorta dell’esperienza tedesca, l’estensione della qualifica di asset strategico a impianti – come il depuratore Ias – strettamente funzionali all’impianto Isab, sono decisioni che abbiamo, nei principi generali, condiviso e addirittura anticipato con alcuni nostri emendamenti in Senato.

Le prescrizioni e gli impegni successivamente assunti in sede di applicazione del golden power, nella cessione a Goi Energy dell’impianto Isab – da quanto abbiamo potuto apprendere dalla stampa – non ci appaiono di grande respiro né in relazione agli impegni sul fronte occupazionale (e della riqualificazione dei lavoratori), né in relazione agli investimenti attesi che paiono dedicarsi soltanto ad alcune aree.

Su tali questioni, oggetto di nostre interrogazioni, non abbiamo ad oggi ricevuto risposta.

Occorre inoltre considerare come il Polo – evidenzia Nicita – non sia costituito soltanto da un hub di raffinazione, ma
anche da aziende chimiche, che hanno più di ogni altra, necessità di migliorare l’innovazione sostenibile e la competitività anche attraverso la (filiera) della decarbonizzazione, per evitare un rapido insorgere di crisi aziendali.

Il grado di interazione e sinergia tra le diverse aziende nel Polo si presta particolarmente allo sviluppo di filiere dell’idrogeno, della desalinizzazione delle acque marine, della valorizzazione dell’Autorità di sistema portuale nel Sud Est della Sicilia, mentre appare non più eludibile, anche ai fini della valorizzazione economica e ambientale,
l’accelerazione delle procedure di bonifica territoriale nel quadro di una rivisitazione delle normative sui Sin.

In questo quadro – prosegue il senatore – s’innesta la complessa vicenda del Depuratore Ias considerato asset strategico funzionale all’impianto Isab, in relazione al provvedimento di sequestro disposto dalla Procura
di Siracusa, anche a seguito della pronuncia della Corte Costituzionale”.

Qui arriva la proposta di Nicita: “Riteniamo oggi che vada fatto urgentemente ogni sforzo, anche attraverso un nuovo DPCM, per recepire tutti i punti sollevati dalla magistratura al fine di garantire sia gli esiti ambientali indicati, sia un sistema di controlli appropriati e credibili con adeguati strumenti tecnici e personale dedicato.

La sostituzione dell’attività del depuratore Ias da parte dei privati, con autonomi impianti integrali, moltiplica la necessità dei controlli, rende più difficile l’accertamento di responsabilità a monte da inquinamento a valle, fa venire meno un presidio di gestione pubblica a valle, inibisce prematuramente una possibile attività di innovazione e diversificazione del depuratore, elimina l’attuale fonte di finanziamento delle attività dello stesso e la futura sostenibilità finanziaria di attività di depurazione residue civili”.

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