Pronta replica di Arcigay Siracusa, Stonewall Glbt Siracusa e Agedo Siracusa
Scoppia il caso Zappalà in Consiglio comunale che in apertura della seduta di ieri sera.
Dopo aver ottenuto la parola dal presidente Di Mauro che aveva appena salutato l’arrivo dei Revisori dei conti, Zappalà ha fatto una battuta infelice sulle politiche di genere.
“Dovevate nominare una supplente donna – ha detto – ci voleva una donna dopo tutto il casino che è successo, anche se qua non c’è problema: qua c’è un virus, si entra buono e si esce in un altro modo.
Ma qua siamo attrezzati… rossetti, orecchini. Scherziamo comunque, visto che questo consiglio comunale è poco animato”.
Fin qui il siparietto di Zappalà a cui è seguito nella mattinata di oggi la replica del presidente di Arcigay Siracusa, Armando Caravini.
“La sua battuta infelice esposta in consiglio comunale è di una bassezza infinita ed insulta non solo la comunità ma anche gli altri consiglieri – dice Caravini.
Al suo posto, oltre a chiedere immediatamente scusa, mi dimetterei – aggiunge – essere omosessuale non è un virus. Mi auguro che il consigliere Zappalà si informi bene.
Si dimetta da civico consesso – conclude Armando Caravini – e lasci in fretta il suo posto a qualcuno che vuole lavorare bene per la città.
Mi auguro che in intero consiglio comunale si prendano provvedimenti in merito e si condannino pubblicamente le parole del consigliere”.
Sull’accaduto comunicato congiunto di Alessandro Bottaro e Angelo Tarantello, rispettivamente presidenti dell’associazione Stonewall Glbt Siracusa e Agedo sezione di Siracusa.
“Parlare di virus riferendosi alle persone lgbtq+ – scrivono – è un atto gravissimo e altrettanto violento, perché lesivo della vita e della dignità della comunità che rappresentiamo come associazione e come militanti di un movimento.
Vorremmo ricordare al consigliere Zappalà – aggiungono – che l’omosessualità, è una variante naturale del comportamento sessuale (fonte OMS), non una devianza o una malattia contagiosa come sembra voler fare intendere nel suo discorso ‘politico’ peraltro pieno di ammiccamenti e battutine che neanche i peggiori bar di Caracas(cit)
Temiamo invece che in giro ci sia un altro virus, a cui il consigliere è purtroppo patologicamente immune – proseguono – quello della cultura, altrimenti ci avrebbe risparmiato questa bassezza nel luogo deputato alla democrazia cittadina dove il rispetto, verso chiunque non può e non deve mai mancare.
Errare è umano ma perseverare è diabolico, Zappalà chieda scusa e si ricordi che a causa di quelle che lui definisce battute ci sono purtroppo, ancora oggi, persone che soffrono e che in alcuni casi si tolgono la vita.
Noi diciamo un NO fermo e categorico a chi si fa portavoce di quella subcultura machista e misogina da cui proprio il Consiglio Comunale dovrebbe invece prendere le distanze.”
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