Il gruppo dei residenti, che aveva denunciato il proliferare di baraccopoli, chiede che sia rispettato quanto previsto nel protocollo firmato in Prefettura
Tende e baracche smantellate e sgomberate a Cassibile, sia quelle diffuse per le campagne della frazione siracusana che quelle che avevano creato una sorta di mini accampamento in via dei Timi, la strada che porta al villaggio per i braccianti stranieri.
Ad aprile, quando il villaggio era ancora chiuso e i primi lavoratori stranieri erano cominciati ad arrivare per l’avvio della campagna di raccolta, erano spuntati come funghi i primi accampamenti, che non erano scomparsi neanche dopo l’apertura dell’ostello, la cui capienza è risultata insufficiente.
Inevitabili le proteste e le denunce del Comitato No Villaggio che ieri con soddisfazione ha comunicato il ritorno all’ordine a Cassibile dopo lo sgombero.
Ma non è tutto il Comitato, infatti, continua a chiedere l’accoglienza diffusa dei braccianti stranieri in tutti i Comuni limitrofi per evitare che la pressione dell’arrivo in forze dei braccianti gravi solo ed esclusivamente sulla frazione siracusana: “Il protocollo di intesa siglato dalla Prefettura e dai sindaci dei Comuni – insiste – deve essere applicato.
Siamo sicuri – conclude il Comitato – che in questo modo il problema delle baraccopoli a Cassibile possa definitivamente essere risolto “.
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