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Sindacato spaccato con Cgil e Uil da una parte e Cisl dall’altra, Baio: “Clima preoccupante”

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“In passato di fronte alle emergenze del Paese e agli interessi  dei lavoratori – ricorda – hanno sempre ritrovato l’unità al di là delle divergenze”

La spaccatura di quello che prima era il sindacato unitario con Cgil, Cisl e Uil, preoccupa e non poco Salvo Baio, che esprime nella nota che segue le sue riflessioni e il suo auspicio.

“Nell’accurata ricerca sulla nascita del Ciapi (Centro interaziendale per addestramento professionale integrato) Mario Blancato ricorda che ad inaugurare il Centro venne il suo promotore, l’onorevole Giulio Pastore,  il quale disse  che ‘la rinascita del Mezzogiorno è l’obiettivo del nuovo Stato democratico’ e partiva da Siracusa.  Pastore fu uno dei più convinti sostenitori della Questione meridionale.

Fu il fondatore e primo segretario della Cisl.  Dopo di lui, Bruno Storti, Luigi Macario, Pierre Carniti, Franco Marini, Sergio D’Antoni, Savino Pezzotti e poi la prima donna segretaria, Annamaria Furlan, ora parlamentare del Pd.

Fu proprio lei la king maker dell’attuale segretario Luigi Sbarra. Tutti  prestigiosi leader, dirigenti con la schiena dritta che hanno contribuito fortemente, assieme alla Cgil e alla Uil, a migliorare la condizioni dei lavoratori e a rendere la società più equa. Il sindacato nel suo insieme è stato, ed è,  un baluardo contro i soprusi, le sperequazioni e le ingiustizie.

Cgil, Cisl e Uil sono stati i veri artefici di quello che un tempo si chiamava ‘il riscatto del lavoro’. Grazie alle loro lotte, il mondo del lavoro è cambiato, ha conquistato diritti, strumenti di difesa del posto di lavoro, dignità.

A partire dagli anni Settanta, il sindacato si è reso conto che la sua trincea non poteva essere solo la fabbrica e che le politiche dei governi, i loro  contenuti, potevano determinare  crescita economica, maggiore occupazione sostenibilità ambientale, un processo di femminilizzazione del lavoro.

Oppure potevano provocare regressione economica, riduzione di diritti, messa in discussione di conquiste sociali.

Da qui la scelta unitaria di fare del confronto, anche aspro,  con i vari governi un’occasione per orientare le scelte programmatiche. E di ricorrere allo sciopero in caso di una loro chiusura.

E’ vero che al loro interno Cgil, Cisl, Uil hanno spesso avuto posizioni divergenti e che la loro unità ha dovuto superare momenti difficili.  Ma di fronte alle emergenze del Paese e agli interessi  dei lavoratori l’hanno sempre trovata.

Da qualche tempo però il sindacato è attraversato da conflitti e divisioni al punto che Cgil e Uil stanno da una parte e la Cisl dall’altra.

Che ciò avvenga proprio quando a governare è la destra, che non perde occasioni per attaccare il ruolo del sindacato, è motivo di grande preoccupazione.

Non conosco le ragioni della divisione, ma vedere le piazze dello sciopero con le sole bandiere di due sindacati mi mette tristezza.

Non posso neanche pensare che la  Cisl sia tenera col Governo Meloni e condivida alcune sue politiche.

Come non rendersi conto che il clima antisindacale che la destra sta creando nel Paese colpirà, se non ci sarà una reazione unitaria,  tutto il sindacato?

Mi auguro perciò che presto venga  il sereno nei rapporti tra Cgil, Cisl e Uil e che tornino insieme in piazza con le loro bandiere per dire ADESSO BASTA.

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