In tutta la provincia sono poco più di 70 e per la maggior parte a conduzione familiare
Le province rivierasche siciliane insorgono a difesa delle concessioni demaniali ad uso turistico e ricreativo e contro l’applicabilità dell’articolo 12 della Direttiva Europea dei Servizi (Bolkenstein).
Sulla questione la Cna Balneari sostiene con fermezza la necessità di prevedere una proroga rispetto alla scadenza delle attuali concessioni che vada oltre a quella fissata dalla legge annuale sul mercato e la concorrenza (31 dicembre 2023).
Questa mattina conferenza stampa, in contemporanea tra tutte le province coinvolte, per evitare il rischio concreto di chiusura per gli stabilimenti balneari con grave ricaduta sull’offerta turistica del territorio.
Hanno partecipato Gianpaolo Miceli e Guglielmo Pacchione rispettivamente coordinatore e presidente regionale di Cna Balneari Sicilia, collegato il coordinatore nazionale, Cristiano Tomei. In provincia di Siracusa sono poco più di 70 gli stabilimenti balnearie per la maggior parte a conduzione familiare. Molte di più sono le concessioni demaniali di vario tipo, che in tutta la Sicilia arrivano a 3.000.
Le richieste dell’organizzazione di categoria sono chiare: proroga al 2024 delle concessioni e realizzazione di una mappatura per dimostrare che la risorsa spiaggia c’è e non è scarsa.
Viene infine auspicato un intervento da parte del Governo regionale e dell’Ars a sostegno della categoria dopo i danni generati dalle mareggiate di febbraio.
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