L’impianto di elettrodi nel midollo spinale ha consentito a tre persone paralizzate di tornare a camminare.
Tre uomini completamente paralizzati tornano a camminare. La notizia ha fatto il giro del mondo dopo la pubblicazione su Nature Medicine dello studio che la annunciava: a condurlo è stato un team di ricercatori dell’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia (EPFL) e del Centro ospedaliero universitario del Vaud a Losanna che hanno applicato il loro sistema su tre pazienti con lesioni spinali complete. In che cosa consiste esattamente questo sistema? In elettrodi impiantanti direttamente sul midollo spinale che simulano il lavoro che il cervello fa quando dà istruzione agli arti di muoversi.
SEGNALI BLOCCATI. Le lesioni al midollo spinale bloccano il passaggio dei segnali elettrici che dal cervello consegnano istruzioni ai nervi responsabili del movimento degli arti. Sono lesioni che raramente guariscono e che causano varie forme di paralisi. Come bypassare queste lesioni? Il team, guidato dal neuroscienziato Grégoire Courtine e dalla neurochirurga Jocelyne Bloch, lavora da anni proprio sulla stimolazione elettrica per riattivare i neuroni spinali.
IMITAZIONE. In questo caso – con una sperimentazione che ha coinvolto tre persone con una lesione completa del midollo – è stato necessario impiantare con un’operazione chirurgica elettrodi direttamente sul midollo spinale, sotto le vertebre: sono questi elettrodi ad emettere impulsi elettrici che imitano i segnali che circolano sul midollo spinale.
Gli elettrodi sono infatti collegati a un software di intelligenza artificiale: «Controllando questi impianti possiamo attivare il midollo spinale come il cervello farebbe naturalmente per far stare il paziente in piedi, camminare, nuotare o andare in biclicetta», spiega Grégoire Courtine.
UN ITALIANO. Uno dei partecipanti alla sperimentazione è Michel Roccati, un trentenne italiano rimasto paralizzato a seguito di un incidente in moto quattro anni fa. Lo scorso dicembre ha provato il sistema, sfidando la sua lesione e il vento gelido del centro di Losanna. Al deambulatore di Michel sono stati applicati due piccoli telecomandi collegati senza fili a un tablet che, a sua volta, inoltra i segnali a un pacemaker impiantato nell’addome di Michel.
È il pacemaker a trasmettere i segnali all’elettro-catetere impiantato nel midollo: vengono così stimolati neuroni specifici che attivano il movimento di Michel. Michel, che dopo un solo giorno dall’impianto era già in grado di controllare i movimenti del busto, dopo 5 mesi di riabilitazione specifica ha afferrato il deambulatore e si è messo a camminare. Non solo: grazie al software, è anche in grado di pedalare e nuotare.
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