Secondo l’accusa i poliziotti avrebbero rifornito di droga le piazze di spaccio e avrebbero rivelato informazioni su indagini, intercettazioni e microspie
Misure cautelari personali eseguite a carico di tre poliziotti, già in servizio alla Squadra mobile di Siracusa, e di un 50enne di Noto.
Gli indagati sono Rosario Salemi, Giuseppe Iacono, Claudia Catania, e Vincenzo Santonastaso.
Sono chiamati a rispondere di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti e psicotrope e, tra gli altri, corruzione, peculato e falso in atto pubblico.
I provvedimenti rientrano nell’ambito delle indagini avviate a seguito di collegamento investigativo tra la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Catania e la Procura di Siracusa.
Nel corso dell’attività investigativa coordinata dalla Procura di Siracusa nel biennio 2019-2020, sarebbe emersa la vicinanza di due dei tre poliziotti, precedentemente in servizio nella Sezione Antidroga della Squadra Mobile, ai familiari di uno dei maggiori esponenti di una piazza di spaccio siracusana, poi divenuto collaboratore di giustizia.
Nel corso dell’attività d’indagine coordinata dalla Dda, delegata al Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Catania, sarebbe stato accertato che dal 2011 al 2018, “i pubblici ufficiali avrebbero contribuito a rifornire abitualmente le piazze di spaccio in virtù del rapporto illecito creato con due esponenti di spicco delle associazioni criminali, poi divenuti collaboratori di giustizia”.
“Gran parte della sostanza stupefacente – si legge nella nota della Dda – che sarebbe stata ceduta dietro corrispettivo dai poliziotti a tali referenti, proveniva dai sequestri eseguiti nel corso di indagini e sottratta all’esito delle analisi di laboratorio effettuate sui campioni, prima del deposito presso l’ufficio Corpi di reato del Tribunale di Siracusa.
La sostanza stupefacente sequestrata veniva sostituita con materiale di ogni genere, come mattoni di terracotta al posto dei panetti di hashish o mannitolo in luogo della cocaina.
Inoltre – prosegue la nota – i poliziotti, nel corso degli anni, avrebbero garantito l’impunità ai propri sodali, rivelando l’esistenza di indagini a loro carico della Procura di Siracusa e della Dda di Catania, comprese informazioni su intercettazioni in atto, idonee a pregiudicarli, e ai luoghi dove erano installate microspie delle Forze dell’Ordine, nonché i contenuti dei verbali di collaboratori di giustizia.
Oltre ai proventi derivanti dalla fornitura di sostanze stupefacenti, gli indagati sarebbero stati tra loro legati anche da un rapporto corruttivo stabile e duraturo, ricevendo dai referenti della piazza di spaccio remunerazioni periodiche per le informazioni fornite e il sostegno garantito”.
Riscontro al quadro probatorio ricostruito, in una fase del procedimento nel quale non è ancora instaurato il contradittorio delle parti, sarebbe arrivato dalle indagini patrimoniali: “Per due dei tre poliziotti – specifica l’accusa – sarebbe stata accertata una notevole sproporzione tra i redditi percepiti e il loro tenore di vita”.
Da qui le misure cautelari emesse dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania: custodia cautelare in carcere per due poliziotti, uno dei quali in quiescenza e l’altro ancora in servizio presso la Polfer di Siracusa, nonché il sequestro preventivo a loro carico, rispettivamente, di 209.908 euro e a 374.000 euro; arresti domiciliari per un vice ispettore di Polizia e per un 50enne di Noto, presunto complice nel traffico degli stupefacenti.
Le misure cautelari personali sono state eseguite congiuntamente da appartenenti alla Polizia di Stato e alla Guardia di finanza.
Nell’ambito dello stesso provvedimento è coinvolto un carabiniere in servizio a Siracusa a cui sarà notificato “l’invito a rendere interrogatorio per il reato, in concorso, di rivelazione di segreto d’ufficio”.
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