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Truffa del “Bonus facciate”: tra i 20 indagati anche residenti del Catanese

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Sequestrati crediti fiscali, disponibilità finanziarie e altri beni per 85 milioni di euro

Perquisizioni e sequestri nell’ambito di un’indagine sul “Bonus facciate” da parte della Guardia di finanza di Treviso con 20 indagati in diverse parti d’Italia, anche nel Catanese.

Sequestrati crediti fiscali, disponibilità finanziarie e altri beni per 85 milioni di euro.

I reati per cui si procede riguardano ipotesi di truffa e indebite percezioni a danno dello Stato nonché riciclaggio,
reimpiego in attività economiche e autoriciclaggio dei proventi illeciti.

I 20 indagati, perlopiù giovani originari di Paesi dell’Est-Europa, residenti tra le province di Bolzano, Venezia, Catania, Treviso, Rovigo, Padova, Bari e Pesaro Urbino che, per realizzare il meccanismo di frode, nel 2021 avevano strumentalmente attivato partite Iva per ditte edili, attestando falsamente di aver compiuto i lavori che davano diritto a questa particolare tipologia di crediti.

Fra gli indagati figura il titolare di uno studio di consulenza fiscale di San Biagio di Callalta, che ha curato la
costituzione delle aziende intestate agli stranieri e che, dai riscontri investigativi, emerge quale ideatore
del disegno criminoso.

I crediti d’imposta, ottenuti fraudolentemente e all’insaputa dei proprietari degli immobili – che hanno negato di
aver intrattenuto qualsiasi rapporto con gli indagati – sono stati in parte monetizzati mediante cessione a istituti
di credito, in parte ceduti a ditte individuali create ad hoc ovvero a società terze.

Le indagini proseguono, anche per ricostruire tutti i passaggi di denaro successivi alla monetizzazione dei crediti fittizi e, a tale scopo, sono già stati attivati i canali di cooperazione internazionale per tracciare e sequestrare i proventi dei reati commessi, inviati all’estero per eludere od ostacolare gli accertamenti.

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