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Turismo crocieristico nella Sicilia Orientale: Di Sarcina: “Si lavora per un’unica grande banchina tra Catania, Siracusa e Pozzallo” VIDEO

I Comuni chiamati a gestire entro il 2030 prospettive di crescita vicine al raddoppio del traffico

Un’unica grande banchina per il turismo crocieristico che unisca simbolicamente tutta la Sicilia orientale.

Questo il progetto di Francesco Di Sarcina, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale, che questa mattina al castello maniace ha tenuto un incontro su “Lo stato della crocieristica nella Sicilia Orientale:ricadute attuali e prospettive future”.

“Le prospettive sono assolutamente positive – afferma il presidente – il mercato è interessatissimo alla Sicilia orientale e lo ha dimostrato in diverse occasioni in cui noi abbiamo avuto dei confronti anche a livello internazionale ed è molto interessato all’ingresso di Siracusa nel sistema portuale.

Catania e Siracusa e poi Pozzallo per quello che può fare, sono le nostre pedine principali nel settore del crocierismo – prosegue – ciascuna fa delle cose, ma le dobbiamo fare insieme in sinergia senza contrapposizione.

Quindi – dichiara – cercherò di creare le massime sinergie. Dal mio punto di vista metterò tutte le energie, anche economiche, per risolvere i problemi del porto di Siracusa appena avrò la possibilità di intervenire fisicamente.

Quindi – dice Di Sarcina – spero che veramente a breve, Siracusa abbia tutte le banchine possibili e tutte le attrezzature possibili. Lo stesso farò con Catania.

Una nave da crociera – spiega – non dovrà scegliere tra Siracusa e Catania non in base a costi o servizi perché i servizi e i costi dovranno essere uguali”.

Determinante sarà il ruolo dei territori, dei Comuni: ” Le navi da crociera sono delle città galleggianti – spiega il presidente – e quando si fermano in un porto cambiano la geografia di quel porto dal punto di vista proprio dell’apporto umano.

Quindi bisogna anche saperle gestire. Non è soltanto bello avere una nave da crociera e anche impegnativo e questo comporta una capacità organizzativa che richiede anche l’impegno dei Comuni non soltanto delle Autorità portuali”.

L’incontro di oggi è stato anche l’occasione per discutere delle ricadute a livello turistico grazie ad uno studio a cura di Francesco di Cesare, Presidente Risposte Turismo.

“Abbiamo oramai questo sistema di tre scali possibili per le compagnie di crociera, Catania, Siracusa e Pozzallo.

Naturalmente scali diversi per struttura, per appeal per il territorio retrostante.

Partiamo nel 2024 – illustra Di Cesare – da circa 265 mila movimenti passeggeri complessivi nei tre Porti. Naturalmente Catania fa la parte principale. Però, va anche detto che dopo la pausa forzata del covid, Siracusa ha come dire accelerato molto la presenza nella geografia crocieristica mediterranea in generale e italiana.

Ci sono, come sappiamo – dice Di Cesare – nuovi investimenti da parte dell’Autorità di sistema, non solo a Catania anche a Siracusa e a Pozzallo.

Le compagnie – spiega – stanno apprezzando anche questa parte della Sicilia e c’è un vantaggio particolarmente importante: la disponibilità di banchine che in altri porti non si rivela.

Tale questo ci ha portato a dire che nei prossimi anni (abbiamo preso come riferimento l’orizzonte 2030) le prospettive di crescita sono importanti se non proprio di raddoppio di traffico, ma ci andremo come dire quasi vicino.

E tutto questo – prosegue -si potrebbe tradurre anche in una generazione nella spesa e nell’indotto economico per i territori.

Oggi stimiamo la spesa diretta in circa 29 milioni di euro in tutto il territorio. Questi 29 potrebbero arrivare nel 2030 in un intervallo piuttosto ampio che comunque va da circa 45/50 milioni fino a superare i 70 milioni di euro solo di spesa diretta, poi c’è l’indiretto e l’indotto che aumenta la torta complessiva.

Tutto questo è una proiezione, è una prospettiva. Per conseguire questi risultati – conclude Di Cesare – sarà fondamentale, non solo che il porto faccia a tutti gli investimenti che sono sulla carta e non solo, perché alcuni sono stati già avviati, ma che anche il territorio si muova nella direzione di valorizzare e approfittare di questo movimento, di questa industria, che si farà sempre più presente in questo contesto”.

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