Le nuove iscrizioni sarebbero passate dalle 39 dello scorso anno a una quindicina per il nuovo anno accademico
Le sorti dell’università a Siracusa al centro di un nuovo intervento di Salvo Baio che evidenzia come quest’anno il numero dei nuovi iscritti sia calato nettamente. Di seguito la sua nota:
“Se per l’anno accademico 2020/2021 il numero delle immatricolazioni al corso triennale di laurea in Promozione del patrimonio culturale è stato a dir poco esiguo (solo 39 iscritti), per il prossimo anno è drasticamente diminuito e si aggira intorno ai 15/16 iscritti.
Se questi dati saranno confermati, l’unica considerazione da fare è che il corso è stato un flop. E se per il primo anno ci può essere stato l’effetto frenante della pandemia, per l’anno che sta per cominciare non possiamo prendercela con il covid.
La verità è molto semplice: il corso non va, non è attraente e risente di un grossolano errore di valutazione commesso dall’Amministrazione Italia.
Per rendersene conto, basti dire che il corso attivato a Siracusa è un indirizzo di un corso di laurea principale in Beni culturali che ha sede a Catania.
Non ci voleva molta immaginazione per intuire che il corso di Siracusa sarebbe stato oggettivamente alternativo a quello in Beni culturali di Catania e che la maggior parte degli studenti avrebbe optato per la sede dell’università etnea.
Il progetto universitario annunciato dal sindaco Italia e dall’assessore Granata è naufragato in meno di un anno e mezzo.
Subito dopo la firma della convenzione con l’università di Catania per attivare il corso in Promozione del patrimonio culturale avevano detto “che si apriva una nuova pagina per la vita universitaria della nostra città. Oltre ai corsi, attiveremo master e collaborazioni internazionali e amplieremo l’offerta formativa.”
Avevano detto anche che avrebbero restaurato Palazzo Impellizzeri per destinarlo a sede universitaria. Non oso sperare che qualcuno dia una spiegazione del perché nulla di tutto questo è stato fatto”.
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