L’analisi si conclude con l’invito a “fare quadrato a difesa di Architettura, il cui futuro e la sua ulteriore valorizzazione sono legati alla ristrutturazione dell’ex Caserma Abela”
Il progetto dell’università a Siracusa sotto la lente d’ingrandimento di Salvo Baio che nel suo intervento, bacchetta l’amministrazione per quanto annunciato e non realizzato:
“Abbiamo realizzato un punto fondamentale del nostro programma. Si apre una nuova pagina per la vita universitaria della nostra città. Oltre ai corsi attiveremo master e collaborazioni internazionali e amplieremo l’offerta formativa”. E’ il 24 giugno dello scorso anno quando il sindaco Italia e l’assessore alla Cultura, Fabio Granata, rilasciano questa dichiarazione dopo la firma della convenzione con l’università di Catania per l’attivazione del corso di laurea triennale in Promozione del patrimonio culturale.
A distanza di oltre un anno, fatte salve le migliori intenzioni, si deve purtroppo registrare il sostanziale insuccesso di quel progetto.
Al primo anno (2020/2021) il numero delle immatricolazioni si è fermato a quota 39 studenti. Per l’anno accademico 2021/2022 il numero degli iscritti sembra destinato ad una significativa riduzione.
Non è stato attivato (e credo mai discusso) alcun master internazionale. Non si ha notizia di “collaborazioni internazionali” con università di altri Paesi. Non è stato neanche iniziato il restauro di Palazzo Impellizzeri, destinato a sede universitaria. L’ampliamento dell’ offerta formativa è rinviato a data da destinarsi.
E’ tutta qui, in questa sequenza di “non fatto”, l’università al tempo del sindaco Italia. Un insuccesso che conferma quello che da tempo vado dicendo e cioè che l’Amministrazione Italia non è in grado di gestire grandi progetti.
Lo dico rispettosamente, ma una riflessione secondo me deve farla anche l’università di Catania e in modo particolare il dipartimento di Scienze umanistiche e il corso di laurea in Beni culturali, del quale il corso in Promozione del patrimonio culturale è quello che tecnicamente si chiama un curriculum, cioè un indirizzo.
Secondo me è tempo di andare oltre i corsi di laurea generalisti in Beni culturali, che hanno nomi diversi ma si assomigliano tutti. A Noto è stato attivato, a partire dal prossimo anno accademico, un corso di laurea in Beni archeologici.
Recentemente l’assessore Granata ha rilanciato l’impegno per potenziare l’insediamento universitario siracusano, ma non ha precisato in che modo pensa di realizzarlo, né ha fatto riferimento a specifici contatti con l’università di Catania o con altre università per arricchire e diversificare l’offerta formativa. Il sindaco Italia, salvo che non mi sia sfuggita qualche sua dichiarazione al riguardo, ha smesso di parlare di università.
In questo contesto, sarebbe opportuno fare quadrato a difesa di Architettura, il cui futuro e la sua ulteriore valorizzazione sono legati, a mio avviso, alla ristrutturazione dell’ex Caserma Abela che l’università di Catania si era impegnata a fare ma di cui non si hanno notizie sui tempi di inizio dei lavori”.
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