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Vertenza Ias, Alosi (Cgil): “Disimpegno dei governi nazionale e regionale”

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Dopo la chiusura del vertice al Mimit

“La decisione assunta dal Governo Nazionale e Regionale di istituire un tavolo tecnico – giuridico congiunto, al fine di valutare se esistono ulteriori percorsi di contrapposizione alla decisione della magistratura in merito alla vicenda Ias, rischia di essere una scelta inutile e perdente per tutti”.

A dirlo è il segretario generale provinciale  della Cgil Siracusa all’indomani del vertice convocato al Mimit dal ministro Urso.

“Anziché provare a recepire i rilievi della Corte, condividendone la praticabilità nell’;ambito di un cronoprogramma condiviso e rispettoso del dettato legislativo e individuare le risorse pubbliche e private necessarie a realizzare nei tempi previsti le prescrizioni indicate, i Governi Nazionale e Regionale, scelgono di portare fino il fondo il conflitto fra i due poteri”.

Alosi reme che questa scelta “rischia di scaricare sulla pelle dei lavoratori e del territorio una partita giocata su campi diversi e niente affatto nobili”.

“Rimaniamo convinti – insiste il segretario della Cgil – della possibilità di trasformare la profonda crisi nella quale ci troviamo in una opportunità di rilancio per l’intero Polo industriale ma serve una seria politica di sistema in grado di
elaborare credibili piani di riconversione energetica ed ecologica a partire dalla riqualificazione e dal rilancio dell’impianto Ias funzionale all’intero assetto produttivo.

Occorre sapere con chiarezza chi fa che cosa e chi mette le risorse pubbliche e private necessarie per rispondere alle esigenze ambientali rilevate dalla magistratura.

Non ci convince l’idea di aggirare l’ostacolo mandando in soffitta la scelta di mantenere un unico punto ditrattamento a controllo pubblico per tutti i reflui industriali e non solo industriali e procedere alla costruzione di singoli impianti di depurazione privati, uno per ogni grande azienda, che moltiplicano il numero di sbocchi a mare e che scardinando
la reciprocità produttiva dei vari siti e l’unicità del controllo pubblico dell’;insieme degli scarichi”.

Da qui la richiesta indirizzata ai governi nazionale e regionale e al sistema delle imprese “di rivedere la rigidità delle
proprie posizioni, di rispondere positivamente ai rilievi della magistratura e di aprire interlocuzioni proficue e mediate nell’interesse dei lavoratori e del territorio”.

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