In contemporanea a Roma, al Mise, l’incontro con le parti sociali convocato dal ministro Urso
A Siracusa oggi è il giorno della mobilitazione generale per la Lukoil, ma più in generale per il Petrolchimico siracusano.
In contemporanea a Roma, al Mise, l’incontro con le parti sociali convocato dal ministro Urso.
Si dovrà decidere quale strada intraprendere per scongiurare l’ipotesi di chiusura della raffineria di Priolo e, a cascata, come in un domino, il coinvolgimento dell’intero polo industriale.
Ipotesi quest’ultima che comporterebbe la perdita di circa 12.000 posti di lavoro tra diretti e indotto.
Intervento del Sace, nazionalizzazione o altro: a questo punto diventa imperativo dettare le mosse per evitare la catastrofe.
Non c’è più tempo da perdere, visto che il 5 dicembre scatta la nuova sanzione: l’embargo al petrolio russo via mare.
Bisogna agire ora e subito.
E a dimostrazione che si tratta di un momento topico, a sfilare in corteo insieme a Cgil e Cisl, oltre ai lavoratori del settore Industria, ci sono i sindaci del Comuni della provincia, ci sono le associazioni datoriali, ci sono i partiti politici.
Dunque un’adesione massiccia alla mobilitazione, allo sciopero e al corteo che ha indotto, per motivi di sicurezza, il Comune di Siracusa a disporre modifiche alla mobilità lungo il percorso del corteo, da piazzale Marconi a piazza Archimede.
Qui gli interventi dal palco e la successiva consegna del documento, che contiene la piattaforna rivendicativa del sindacato, al prefetto Giusi Scaduto.
Il pensiero di tutti è però sintonizzato su Roma dove si decide in queste ore il destino di un’intera provincia e del suo tessuto economico e sociale.
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