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appello alla politica

Vertenza sanità, la Cisl pronta alla mobilitazione in tutta la provincia di Siracusa

medici

Messa a punto una piattaforma di richieste che verranno condivise anche con Cgil e Uil

Appello forte alla politica “affinché rimedi ad anni di scippi subiti dalla sanità siracusana”.

A lanciarlo è il Settore Sanità della Ust Cisl Ragusa Siracusa che è tornato a riunirsi per mettere a punto una piattaforma di richieste che verranno condivise anche con Cgil e Uil.

Il sindacato intanto si dice pronto ad avviare una serie di mobilitazioni in tutta la provincia

Il Settore, presenti la segretaria generale della Ust Vera Carasi, i segretari generali di Fp, Fisascat, Cisl Medici e Fnp, rispettivamente Daniele Passanisi, Teresa Pintacorona, Giuseppe Runza, Saro Iacono, e il segretario nazionale dei Medici Cisl Vincenzo Romano, ha messo sul tavolo tutte le problematiche.

Le priorità di intervento riguardano la carenza di personale, il mancato avvio dei Presìdi territoriali di emergenza e, quindi, le difficoltà nell’assistenza ai cittadini.

“Questa provincia è stata scippata della Dea di 2° livello – hanno condiviso i segretari – Nonostante il numero degli abitanti sia sufficiente a garantire tutte le specialistiche previste con l’insediamento del Dipartimento di Emergenza-Urgenza e Accettazione, Siracusa è stata privata di questa possibilità a favore di Catania.

La politica siracusana ha il dovere di pretendere un diritto sacrosanto per questo territorio: – hanno rimarcato i cinque segretari – serve un’accelerazione per garantire la realizzazione del nuovo ospedale diventata ormai priorità viste le condizioni sempre più insufficienti dell’ormai vecchio Umberto I.

Sappiamo che il fondo per il personale a disposizione non è sufficiente – aggiungono – ma la Regione Siciliana potrebbe intervenire per aumentare i soldi a disposizione del personale”.

Nella piattaforma stilata dal Settore Sanità della Cisl da sottoporre anche a Cgil e Uil i presìdi di emergenza come i Pronto soccorso e i Pte che non riescono spesso ad ottemperare al ruolo specifico.

“I primi continuano a sopravvivere – viene evidenziato – “deportando” da altri reparti personale privo della specializzazione e delle competenze necessarie ad assistere pazienti di emergenza e di osservazione breve intensiva.

Poi i Pte che restano purtroppo sguarniti – aggiungono ancora i segretari –  e il problema si riproporrà con le case di prossimità.

Strutture che rischiano di restare scatole vuote che non potranno assolvere al compito di alleggerire il peso dei ricoveri negli ospedali”.

a difesa del diritto alla salute di ogni cittadino e di
quello legittimo per questa provincia che deve poter avere, viste le professionalità
presenti, i giusti e adeguati mezzi così come la vicina Catania».

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