Secondo il consigliere sarebbe stato opportuno portare la discussione nelle apposite commissioni consiliari così da avvalersi del contributo dei tecnici del settore Viabilità
La vicenda della bocciatura della “zona scolastica” attorno all’istituto comprensivo Wojtyla, proposta dal consigliere Damiano De Simone, oggetto di precisazioni da parte del consigliere comunale, Andrea Buccheri,capogruppo di “Francesco Italia sindaco”.
“L’area di via Tucidide – riferisce Buccheri – negli ultimi due anni, è stata argomento di molteplici interventi di riqualificazione e messa in sicurezza attraverso l’emissione di ben otto ordinanze per interventi di scarifica e rifacimento del manto stradale; riqualificazione generale e realizzazione di marciapiedi larghi oltre due metri; installazione di due attraversamenti pedonali rialzati proprio in prossimità dei due istituti scolastici presenti, il Comprensivo Wojtyla e l’istituto nautico.
La proposta di istituzione della zona scolastica portata in consiglio comunale prevedeva la chiusura al traffico veicolare di via Tucidide e l’istituzione del doppio senso di marcia su via Paolo Caldarella.
Queste modifiche – continua Buccheri – comporterebbero un appesantimento eccessivo per tutto il comprensorio
viario limitrofo (via Senatore di Giovanni, via Filisto, via Akradina, via Delfica e via Corinto) nonché l’eliminazione di tutti gli stalli per la sosta in via Paolo Caldarella, che sono utili soprattutto a chi frequenta la Cittadella dello sport.
Per tali problemi di non facile soluzione, durante il dibattito, alcuni consiglieri comunali hanno suggerito, a chi proponeva l’istituzione della zona scolastica, di portare la discussione nelle apposite commissioni consiliari di studio dove ci sarebbe stata la possibilità di avvalersi del contributo dei tecnici del settore Viabilità.
Tale soluzione, da me formalizzata come proposta da mettere ai voti – prosegue Buccheri – è stata bocciata ma allo stesso tempo, il giorno successivo, la zona scolastica non ha trovato in aula i voti sufficienti per essere approvata.
La complessità delle questioni sul tappeto ha, di fatto, impedito l’emergere in Consiglio di un’idea prevalente.
Chi voleva tutto e subito – conclude – ha solo ottenuto di chiudere con un nulla di fatto una vicenda che, a questo punto, è difficile prevedere quando potrà essere affrontata”.
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